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JSDAY 2017

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Quando si tratta di partecipare ad eventi formativi, si sa, il team Bitbull non si tira mai indietro. La scorsa settimana c’era l’imbarazzo della scelta tra il Meet Magento Olanda, il Netcomm, il JsDay e il PhpDay: noi nel dubbio ce li siamo fatti tutti.

JSDay Fatigue

Io, Gennaro, Lorena e Antonio siamo stati mercoledì 10 e giovedì 11 al JSDay di Verona.

L’agenda dell’incontro era fitta e varia, un vero e proprio bombardamento di idee, informazioni, opinioni.

Ad aprire i lavori un intervento, molto apprezzato dal pubblico, di Jose Aguinaga, autore di un post ironico dal titolo How it feels to learn Javascript in 2016 (sicuramente lo avrete visto rimbalzare sui vostri social network) che consiste in un botta e risposta tra un immaginario esperto di Javascript e un personaggio alle prime armi che finisce col perdersi in una selva di librerie e tool. Sullo stesso tenore lo speech I am good as Javascript, I swear in cui, con la consueta leggerezza, Jose ha consigliato come non farsi travolgere dalla paura di rimanere indietro in questo mondo in rapidissima evoluzione. Ottimo talk, I swear.

Ci sono rimasti impressi anche l’intervento di Massimiliano Mantione, The dangers of object oriented design, sulla programmazione funzionale; quello di Nikhil Verma, Visual Regression Testing: From a Tool to a Process, su come integrare strumenti di test visuali all’interno del workflow; quello di Phil Nash Browsers behind your back sui Service Worker (con il consueto senso di frustrazione sul finale quando è toccato parlare di supporto da parte dei browser).

Non poteva mancare un accenno a Fiber, la nuova implementazione del core di React, sul quale parte della platea riponeva grosse aspettative.

Un altro argomento di tendenza in questo momento, che è stato trattato sotto vari punti di vista durante l’evento, è quello delle Progressive Web Apps (per gli amici PWA), in particolare da segnalare l’intervento di Ada Rose Edwards di Samsung, che ha portato argomenti decisamente convincenti a supporto delle PWA rispetto alle apps mobile native:

E non poteva mancare un riferimento al tema del serverless computing, con il talk di Luciano Mamminoche ha raccontato i motivi che hanno portato Planet9energy.com a decidere per un approccio totalmente serverless, utilizzando come provider AWS Lambda e il framework Serverless.

Questi sono solo alcuni dei tanti talk che hanno riempito i nostri due giorni a Verona, qui l’elenco completo.

La sala 3

La parte più bella della conferenza è stata forse l’unconf gestita dagli user groups locali in sala 3. Ciascuno poteva proporre il proprio talk, senza vincoli di tempo, lingua o argomento, prenotandosi su un apposito cartellone. Il miglior intervento, scelto dagli organizzatori, si aggiudicava il diritto di tenere un talk durante l’edizione del prossimo anno.

Molto interessante in particolare il talk su React Native (tenuto da Matteo Manchi di RomaJS), la tecnologia di Facebook che consente di scrivere app native per Android e iOS utilizzando la sintassi e i concetti propri di React, al grido di “learn once, write anywhere”.

Il vincitore dell’unconf 2017 è stato Guido D’Orsi, che nel tempo libero aveva sviluppato una propria implementazione del virtual DOM, probabilmente a scopo didattico. Il talk è stato molto bello perché ha visto una grande partecipazione da parte della piccola platea ed è finito con una sessione di live coding collettiva.

Torniamo a casa carichi e soddisfatti. Arrivederci al prossimo JSDay!

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